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Vindobona hacia 250

Vindobona es el antiguo nombre latino de la actual ciudad de Viena (al. Wien), actual capital de Austria y nació como campamento militar del ejército romano, edificado en la orilla derecha del río Danubio, frente al territorio de las tribus germanas de marcomanos y narisios, sobre uno de los vados del río en la antigua ruta del ámbar. Además de ser una de las más importantes fortalezas militares del limes danubiano en la provincia Panonia Superior, fue también una importante ciudad civil o cannabae y un importante centro comercial romano.

Vindobona war eine keltische Siedlung an der Donau, wo sich die heutige Stadt Wien befindet. Um 15 v. Chr. wurde das Königreich Noricum dem römischen Reich einverleibt und die Donau wurde damit zur Reichsgrenze. Vindobona wurde als römisches Legionslager adaptiert, als die Römer entlang der Donau Befestigungen und Siedlungen anlegten.

Historia[editar]

Época Flavio-trajanea[editar]

La Vindobona romana nació como castellum o campamento de una unidad auxiliar de caballería bajo Domiciano, hacia el 89, en relación con la crisis fronteriza de esta zona del Danubio con los suevos, marcomanos y cuados, y con las operaciones de 89-97 contra los sármatas. La unidad que ocupó este campamento fue el Ala Britannica

Terminadas las campañas en esta zona del limes, en relación con las operaciones previas a las Guerras Dácicas de Trajano, la Legio XIII Gemina fue estacionada en Vindobona, hasta que fue enviada hacia Dacia en 101, siendo reemplazada por la Legio XIV Gemina, a su vez transferida en 118/119 a Carnuntum. Su sustituta fue la Legio X Gemina, convirtiéndose Vindobona en su base permanente hasta finales del siglo V.

Da Antonino Pio alle guerre marcomanniche[editar]

En 170 los marcomanos lograron romper el 'limes del Danubio entre Vindobona y Carnuntum -linea verde-, penetrando profundamente en el Imperio hasta cerca de Aquileia en el Norte de Italia.

Contro Marcomanni, Naristi e Quadi dovette combattere per oltre un quindicennio durante il periodo delle guerre marcomanniche sotto gli imperatori Marco Aurelio ed il figlio Commodo. Nei suoi pressi sarebbe avvenuta una battaglia nel 170, quando le orde barbariche sfondarono il fronte danubiano spingendosi fino in Italia, assediando la stessa Aquileia e distruggendo Oderzo. Nello scontro si racconta che furono sconfitti 20.000 armati romani.[1]​ Lungo questo tratto di fronte, Marco Aurelio combatté una lunga ed estenuante guerra, prima "ripulendo" i territori della Gallia cisalpina, Norico e Rezia (170-171), poi contrattaccando con una massiccia offensiva in territorio germanico, che richiese diversi anni di continui scontri fino al 175 (prima expeditio germanica).[2]Aurelio Vittore racconta, infine, che lo stesso Marco Aurelio sarebbe morto proprio a Vindobona (sul fronte marcomannico, durante la secunda expeditio germanica), il 17 marzo del 180,[3]​ contrariamente a quanto narra invece Tertulliano (contemporaneo agli avvenimenti), che pone il luogo di morte nei pressi di Sirmium (sul fronte sarmata).[4]

La crisi del III secolo[editar]

Invasiones de francos, alamanes, marcomanos, quados, iazigios y roxolanos en 258-260.

Pare che l'imperatore Eliogabalo stesse preparando una spedizione militare contro i Marcomanni (di fronte a Vindobona e Carnuntum), poiché un oracolo gli aveva riferito che questa guerra sarebbe stata portata a termine da un membro della sua dinastia: questa notizia sembra suggerire la presenza di nuove infiltrazioni barbariche lungo i confini della Pannonia superiore e una conseguente controffensiva romana.[5]​ Vindobona anche in seguito subì numerosi attacchi durante l'intero III secolo ad opera di Marcomanni, Naristi e Quadi, a cui si aggiunsero anche Vandali e Iutungi.

Sembra, infatti, che nuove incursioni dei Marcomanni colpirono il limes pannonico negli anni 258-260, provocando un nuovo spopolamento delle campagne dell'intera provincia e la penetrazione fino a Ravenna prima di essere fermata, proprio mentre l'imperatore Valeriano era impegnato sul fronte orientale contro i Sasanidi di Sapore I.[6]​ Il figlio Gallieno fu così costretto a concedere ad alcune tribù di Marcomanni di insediarsi nella Pannonia romana a sud del Danubio, probabilmente per ripopolare le campagne devastate dalle invasioni dei decenni precedenti, e - cosa curiosa - contrasse un matrimonio secondario con la figlia di un loro principe.[7]

Un decennio più tardi, negli anni 270 e 271 il fronte danubiano nei pressi di Vindobona vide nuove incursioni da parte di Alamanni, Marcomanni, Iutungi, Iazigi e Vandali Asdingi. Nel primo anno di guerra furono gli Iutungi ad invadere sia la Rezia sia il Norico. L'anno successivo un'importante invasione congiunta di Alemanni, Marcomanni e forse ancora di alcune bande di Iutungi. Aureliano, anche questa seconda volta, fu costretto ad accorrere in Italia, ora che questi popoli avevano già forzato i passi alpini. Raggiunta la Pianura padana a marce forzate percorrendo la via Postumia, fu inizialmente sconfitto dalla coalizione dei barbari presso Piacenza, a causa di un'imboscata, ma nel prosieguo della campagna riuscì a battere i barbari una prima volta lungo la via Flaminia sulle sponde del fiume Metauro, e poi una seconda volta, in modo risolutivo, sulla strada del ritorno nei pressi di Pavia.[8]​ In seguito a quest'ultima invasione, si provvedette (fu forse al tempo di Diocleziano) a sbarrare la strada a possibili e future invasioni, fortificando il corridoio che dalla Pannonia e dalla Dalmazia immette in Italia attraverso le Alpi Giulie: il cosiddetto Claustra Alpium Iuliarum.[9]

Dalla riforma tetrarchica alla caduta dell'Impero romano d'Occidente[editar]

Fu più volte attaccata nel IV-V secolo ad opera di Vandali, Unni e Marcomanni. Nella primavera del 357 la consueta coalizione di genti tra Marcomanni, Quadi e Iazigi, tornò ad agitarsi sul Danubio, invadendo e saccheggiando i territori compresi tra la Rezia e le due Pannonie. Le razzie furono arginate da Costanzo II, che operò sia militarmente sia diplomaticamente, anche assegnando nuove aree d'insediamento ad alcune tribù della coalizione.

Attorno al 400 secondo la Notitia Dignitatum era ancora posizionata a Vindobona la legio X Gemina,[10]​ anche se pochi anni più tardi (tra il 402 ed il 408) orde barbariche di Goti la saccheggiarono (forse solo le canabae e l'abitato civile), come ci tramanda il Codice Teodosiano.[11]

Erwähnung[editar]

Die heutige Naglergasse begrenzte einst das römische Legionslager auf der linken Seite

Der Geograph Ptolemäus erwähnt Vindobona in seiner Geographike Hyphegesis. Der Geschichtsschreiber Aurelius Victor berichtet, dass Kaiser Mark Aurel, der hier während der Markomannenkriege eines seiner Hauptquartiere hatte, am 17. März 180 in Vindobona starb. Die „Marc-Aurel-Straße“ in der Nähe des Hohen Marktes erinnert noch heute daran. Vindobona gehörte zur römischen Provinz Pannonia. Das regionale Verwaltungszentrum war hingegen Carnuntum südöstlich von Wien.

Der Name Vindobona lässt sich aus dem Keltischen ableiten, vgl. *uindo-, „weiß“ (bretonisch gwenn, walisisch gwynn und irisch finn) und bona, „Quelle ?, Gründung, Stadt“. Die römischen Ortsnamen von Windisch (Vindonissa), Regensburg (Ratisbona) und Lillebonne (Iuliobona) enthalten dieselben Elemente.

Vindobona war ein Militärlager mit angeschlossener Zivilstadt (Canabae). Auf dem linken Donauufer ist ab dem 2. Jahrhundert eine germanische Siedlung mit einem großen Handelsplatz nachweisbar. Die Legion Legio X Gemina war vom Jahr 103 bis ins 5. Jahrhundert in Vindobona stationiert.

Der für ein römisches Lager ungewöhnlich asymmetrische Grundriss des Lagers zeichnet sich heute noch im Straßenverlauf ab: Graben, Naglergasse, Tiefer Graben, Salzgries, Rabensteig, Rotenturmstraße. Die Bezeichnung Graben soll auf den Befestigungsgraben des römischen Lagers zurückgehen. Man vermutet, dass zumindest Teile der Mauern noch im Mittelalter standen, als diese Straßen angelegt wurden, und damit den Verlauf der Straßenzüge vorgaben. In einer der Ecken des Lagers entstand später der Berghof.

Vindobona wurde von römischen Gutshöfen (Villae rusticae) aus der Umgebung mit Nahrung versorgt.

Der Name „Vindobona“ diente auch in nachrömischer Zeit bis in die heutige Zeit als Namensgeber. 1882 wurde der Asteroid Vindobona vom Astronomen Johann Palisa nach der alten Siedlung benannt. Verschiedene Züge und Lokomotiven, ein Schiff der Donau-Dampfschiffahrts-Gesellschaft und eine Kleinkunstbühne tragen beziehungsweise trugen den Namen.

Römische Funde in Wien[editar]

Römische Ausgrabungen am Michaelerplatz
Römische Riesenquader von der Badeanlage des Legionslagers, an der Sterngasse
Römische Bodenheizung, am Hohen Markt
Am Hof gefundener Marmorkopf einer Geniusstatuette, 2.-3. Jhr. n. Chr.

An vielen Stellen der Wiener Innenstadt wurden Überreste des römischen Legionslagers nachgewiesen. Das Zentrum des Michaelerplatzes wurde großflächig archäologisch untersucht. An dieser Stelle wurden unter anderem Spuren der römischen Lagervorstadt (canabae legionis) und einer Straßenkreuzung gefunden.[12]​ Das Herzstück der heutigen Platzgestaltung durch Hans Hollein ist ein rechteckiger offener Schnitt, der an die Ausgrabung erinnern soll und konservierte Mauerreste verschiedener Epochen zeigt. Unter der Feuerwehrzentrale am Hof befindet sich ein Teil der römischen Kanalisation.[13]​ Am Hohen Markt (auf der Höhe des Vermählungsbrunnens) ist der Eingang zu einem Schauraum mit römischen Fundamenten, die zu den Offiziersquartieren gehörten.[14]

Militär[editar]

Keramikreste aus dem 1. Bezirk sprechen auf alle Fälle für eine Anwesenheit römischer Truppen ab Mitte 1. Jahrhundert n. Chr. Die erste gesichert nachweisbare militärische Einheit ist die Ala Britannica, die gegen Ende des 1. Jahrhunderts in Vindobona stationiert wurde. Die erhaltenen Bauinschriften erwähnen die 13. und 14. Legion, die zwar nur kurze Zeit in Vindobona lagerten aber den Hauptanteil des Lagerbaues trugen. Die 10. Legion, die dann schließlich Vindobonas Hausregiment bis zum Ende der Römerzeit war, hat wahrscheinlich nur noch abschließende Arbeiten im Lager erledigt. Diese Legio X gemina war eine sehr alte Einheit, die schon unter Caesar in den Gallischen Kriegen diente und einen Stier als Wappentier trug. Um 63 n. Chr. wurde die 10. Legion aus Hispanien abgezogen und an der Donaugrenze vorübergehend in Carnuntum stationiert. Kaiser Trajan teilte noch vor 107 n. Chr. Pannonien in Pannonia superior und Pannonia inferior auf. Die Legio X gemina wurde nun als Armee für Pannonia superior in Vindobona stationiert. Eine andere römische Militäreinheit, die Ala I Flavia Milliaria, wird durch Funde von drei Grabsteinen nachgewiesen. Sie belegen die Existenz eines Lagers für etwa 1000 Reiter in der späteren flavischen Zeit. Archäologische Nachweise für die Position dieses Lagers konnten allerdings noch keine gefunden werden.

Siehe auch[editar]

Bibliografía[editar]

  • Herwig Friesinger u. a. (Hrsg.): Der römische Limes in Österreich. Führer zu den archäologischen Denkmälern. Zweite, korrigierte Auflage. Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, Wien 2002, ISBN 3-7001-2618-2
  • Michaela Kronberger: Siedlungschronologische Forschungen zu den canabae legionis von Vindobona. Die Gräberfelder (Monographien der Stadtarchäologie Wien Band 1). Phoibos Verlag, Wien 2005.
  • Christine Ranseder et al., Michaelerplatz. Die archäologischen Ausgrabungen. Wien Archäologisch 1, Wien 2006. ISBN 3-901232-72-9

Multimedia[editar]

  • Vindobona. Die Reise in das antike Wien. DVD-Rom, 2004.
  • Vindobona II. Wassertechnik des antiken Wiens. DVD-Rom, 2005.

Notas[editar]

  1. Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXXI, 2.1.
  2. .Cassio Dione, Storia romana, LXXII.
  3. Aurelio Vittore, De Caesaribus, 16.
  4. Tertulliano, Apologeticum, XXV, 5.
  5. Historia Augusta - Eliogabalo, 9.1-2.
  6. Eutropio, Breviarium ab urbe condita, 9.7.
  7. Sesto Aurelio Vittore, De Vita et Moribus Imperatorum Romanorum, 33.1.
  8. Historia Augusta - Aureliano, 18.4; 19.4; Zosimo, Storia nuova, I, 49; Aurelio Vittore, De Vita et Moribus Imperatorum Romanorum, 35.2.
  9. V.A.Maxfield, L'Europa continentale, pp.209-213.
  10. Not.Dign., in partibus Occidentis, XXXIV.
  11. Codice Teodosiano, X, 10.25.
  12. Wien Museum | Archäologisches Grabungsfeld Michaelerplatz
  13. Wien Museum | Römische Baureste Am Hof
  14. Wien Museum | Römermuseum am Hohen Markt

Enlaces web[editar]